Inerpicandosi lungo le strade che conducono sui Monti Peloritani, asfaltate fino ad un certo punto e poi sterrate, polverose e dissestate, attraversando fiumare, costeggiando ruscelletti, casupole di campagna, villaggi tranquilli di pastori e contadini, ad un certo punto ti accorgi che cominci a sentirti meglio…
c’è la natura che ti dà sensazioni pacifiche, cominci a sognare, a pensare, a rallentare.
Hai lasciato le cittadine affollate della riviera jonica messinese, la città di Messina o di Milazzo, dove la maggior parte dei paesani trascorrono la giornata o per lavoro o per scelta, lasciandoti alle spalle l’autostrada, il brusio incessante del traffico…
ora non sai più se la strada è quella giusta, se ti sei persa, però prosegui tranquilla perché sai che ti aspetterà la buona gente, quella che canta, che suona e che balla, che sa sorridere e che ha rispetto.
Ci sarà qualcosa di buono da mangiare e molte cose da raccontarsi. Senza farselo chiedere, qualcuno soffierà dentro l’otre della zampogna e ne uscirà fuori quel suono antico e ipnotizzante, che ti trascinerà l’anima in una beatitudine circolare, volute sonore e incanto.
Il ritmo lo darà il tamburello e senz’altro ci guarderemo negli occhi e ci ritroveremo a danzare un ballo semplice e antico, con calma, con gentilezza e un sorriso sulle labbra.
Così il tempo si prolunga all’infinito, o forse si ferma e noi proviamo piacere di esserci sempre.